Casa passiva: cos’è e come funziona
Come sono costruiti gli edifici passivi, quali sono i loro vantaggi e i loro principi
Negli ultimi anni i temi dell’architettura e edilizia sostenibile sono sempre più collegati al concetto di casa passiva, che sta assumendo sempre maggiore importanza e centralità in questo settore. Ma esattamente cos’è un edificio passivo e quali sono i suoi principi di funzionamento? Vediamolo insieme con una breve guida alle case passive.
Definizione di casa passiva
La definizione di casa passiva generalmente condivisa è quella di un edificio in grado di garantire il comfort termico interno, in termini di riscaldamento e raffrescamento, in ogni stagione dell’anno con minimi (o addirittura nulli) apporti energetici esterni, senza ricorrere quindi ai tradizionali impianti di riscaldamento delle abitazioni (termosifoni, caldaie, ecc.) generalmente alimentati da fonti fossili non rinnovabili.
Grazie a queste peculiarità, le strutture passive sono a ragione considerate edifici ad elevata efficienza e alto risparmio energetico: ecco perché esse sono rapidamente diventate protagoniste indiscusse dell’edilizia sostenibile.
Nascita della casa passiva
Il concetto di casa passiva è nato in Germania in ambito accademico alla fine degli anni ‘80, grazie alla collaborazione tra il fisico tedesco Wolfgang Feist e il ricercatore svedese Bo Adamson. I due studiosi lavoravano a un progetto di abitazione innovativo, finalizzato a ridurre il fabbisogno energetico degli edifici per il riscaldamento interno, e giunsero a una soluzione che addirittura rendeva possibile l’eliminazione dei comuni sistemi di riscaldamento utilizzati. Il fatto più interessante era che Feist e Adamson non inventarono nessun nuovo strumento o tecnologia, ma si limitarono a combinare in modo nuovo e ragionato una serie di dispositivi e di principi già esistenti: l’orientamento degli edifici e la loro esposizione, la coibentazione, gli impianti di ventilazione, l’isolamento termico, ecc.
Era il 1988 e nasceva così il protocollo PassivHaus, che fu poi messo alla prova sul campo con la costruzione della prima PassivHaus in Germania, a Darmstadt, nel 1991: inutile dire che i risultati furono ottimi dal punto di vista del risparmio energetico, con una riduzione dei consumi esponenziale rispetto agli altri edifici tradizionali dell’epoca, compresi i più moderni. Sull’onda di questa nuova via all’edilizia sostenibile è nato nel 1996, proprio a Darmstadt, il PassivHaus Institut, l’istituzione che promuove e regolamenta gli standard costruttivi delle case passive: è a questi parametri che anche noi di AB Legno ci siamo conformati nella progettazione e realizzazione della nostra prima casa certificata PassivHaus in provincia di Milano (clicca qui per vedere il progetto all’interno del nostro portfolio).
Perché si dice casa passiva?
Si parla di edificio passivo perché il benessere termico interno si avvale dell’apporto passivo di calore, non generato cioè da dispositivi o fonti energetiche attive: in altre parole, il calore derivante dall’irraggiamento solare (sfruttando l’esposizione ottimale della casa) e dalle quotidiane attività di chi vi abita - compreso l’utilizzo degli elettrodomestici - è sufficiente da solo a compensare la naturale perdita di calore della struttura, ovviamente grazie all’elevato isolamento termico della casa passiva.
La casa passiva è solo in legno?
Esistono edifici passivi in cemento e in mattone, anche se il legno è il materiale privilegiato per la costruzione di case passive grazie alle straordinarie qualità che possiede naturalmente. Il concetto di casa passiva si basa infatti su una serie di principi che garantiscono l’efficienza energetica – oltre al già menzionato isolamento termico, l’eliminazione dei ponti termici, la ventilazione efficace con sistema di recupero calore, la dimensione e qualità delle finestre, l’elevata tenuta all’aria – e che sono svincolati dai materiali costruttivi utilizzati.
Tuttavia, una casa passiva in legno aggiunge alle eccellenti prestazioni energetiche anche i vantaggi dell’edilizia in legno in termini di ecosostenibilità, comfort abitativo (scopri cosa significa), sicurezza (scopri perché gli edifici in legno sono antisismici) e rispetto dell’ambiente.
Quanto si risparmia con una casa passiva?
Il risparmio con un edificio passivo è significativo: basti pensare a quanto consumiamo in riscaldamento durante l’inverno, specialmente se viviamo in zone fredde o di montagna. Si calcola che una casa passiva permette di ridurre i consumi energetici del 90% rispetto a un’abitazione tradizionale!
A questo aggiungiamo inoltre la possibilità di utilizzare fonti di energia alternative per la produzione di acqua calda e la fornitura di energia elettrica, come i pannelli solari e gli impianti fotovoltaici, e di diminuire così ulteriormente i costi in bolletta.
Quanto costa una casa passiva in legno?
Ottima domanda, la cui risposta è semplice: dipende. Da una serie di variabili – costruttive e non – che abbiamo affrontato in questo articolo sui costi delle case in legno.
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